IL GRANDE OSTACOLO: LA MALDICENZA
di Pino Tarantino

 

    Alcuni "cristiani" diffondono a piene mani (e sia pure non sempre volontariamente) innumerevoli calunnie od interpretazioni calunniose, che provocano divisioni e moltiplicano i rancori. Se costoro avessero avuto il coraggio di recarsi dal loro fratello per un colloquio risolutivo, anziché criticarlo e diffonderne un'immagine sfavorevole, mostrandosi in tal modo sprovvisti d'onestà civile, essi avrebbero evitato di spargere ciò che davanti agli occhi di Dio è pura calunnia.

    Ma che cosa vuol dire "calunnia"? L'immagine contenuta nel corrispondente vocabolo greco, è davvero sorprendente. Si allude a gente che si riunisce in certi angolini, a gruppetti, per scambiarsi delle informazioni destinate a distruggere la buona reputazione di persone che non sono in grado di difendersi, perché assenti!
La maldicenza invece è genericamente, il parlar male degli altri. Le cose riferite possono anche essere vere ma, se sono fine a se stesse e non sono dette per aiutare il fratello, vanno a scapito della reputazione della persona che è oggetto di quelle chiacchiere. Il pettegolezzo può essere divertente e appassionante, ma anche vendicativo e distruttivo. Esso ha un potere formidabile. Spesso e volentieri è alla base di litigi, contrasti e disordini pubblici; può infrangere i legami familiari e rovinare carriere promettenti. Tra gli altri mali di cui si rende responsabile, figurano le notti insonni, il dispiacere e la tristezza. Probabilmente siamo già stati anche noi vittima di un pettegolezzo, ma se non lo siamo stati c'è da aspettarsi che un giorno o l'altro qualcuno tenterà di "spararci alle gambe", cercherà di dir male anche di noi. 
Non soltanto il pettegolezzo resiste, ma è fiorente. Fino ad ora nessuna legge e nessun metodo umano sono stati capaci di stroncare i suoi effetti devastanti. È dappertutto, si trova nelle famiglie come nelle comunità, nei circoli riservati, come negli ambienti popolari, nella politica e perfino nell'ambito religioso. È comune quasi quanto il respirare.

    Certamente la maldicenza rivela un aspetto ripugnante della natura umana, quando ci si diletta nell'offuscare la reputazione di chi ci circonda, nel distorcere la verità e nel frantumare la serenità dell'esistenza altrui.
Perciò, se si vuole evitare di far del male agli altri o d'essere prima o poi annoverati tra le vittime della maldicenza, è importante sapere dove si ferma la conversazione inoffensiva e dove inizia invece il pettegolezzo nocivo.
Ecco la storia di un anziano servitore di Dio, il cui ministero e la sua famiglia erano stati distrutti da una lingua menzognera. Troppo tardi l'autore di quel male riconobbe il suo errore e, con le lacrime agli occhi, si recò dal pastore per chiederne il perdono. "Si, vi perdono, con tutto il cuore", rispose il vecchio pastore. "Vi perdono, che altro posso fare, come servitore di Dio? Tuttavia vorrei chiedervi un favore. Prendete un cuscino di piume e portatelo in cima alla nostra chiesa, in quel minuscolo vano dove il nostro gruppo d'oranti aveva la consuetudine di raccogliersi in preghiera. Da lassù, aprite il cuscino e disperdetene le piume ai quattro venti; poi venite a riferirmi che cosa avrete visto". 

    L'uomo fece quel che il pastore gli aveva chiesto e ritornò dicendo: "Ho fatto ciò che mi avete detto. C'è dell'altro? "Sì", riprese il pastore, "tornate là sul sagrato e raccogliete tutte le piume disperse al vento!"
"Oh, ma é impossibile! Il vento le ha disperse dappertutto".
"Appunto, amico mio" riprese il pastore, "è
impossibile". Le piume sono disperse dappertutto e non potete riportarmele indietro. La stessa cosa è avvenuta per le vostre parole. Il male è stato fatto e in modo irreparabile".

    La maldicenza danneggia assai più la chiesa di quanto non lo facciano altri peccati cosiddetti scandalosi. I cristiani non sembrano rendersi conto che ci sono pochi peccati che la Bibbia condanni con altrettanta severità come essa fa con la calunnia. Noi siamo generalmente pronti a pentirci di molti peccati, ma non siamo disposti a riconoscere quello della calunnia in particolare. 
Innumerevoli sono le persone che provano un piacere maligno ad ascoltare le calunnie e a diffonderle. Tali sono dunque le tragiche conseguenze della calunnia: sono irreparabili. Esse distruggono gli altri, anche il calunniatore! La calunnia è grave, tanto che anche per legge nei paesi civili è ascritta fra i reati perseguibili penalmente.
È bene ricordare che il racconto di un avvenimento, anche se è vero, passando da una bocca all'altra, comunemente si deforma. Ad ogni passaggio si arricchisce di particolari inesistenti o perché non è ben riferito o perché non è ben compreso. Alla fine come una piccola palla di neve che rotolando sui pendii innevati di una montagna diventa una disastrosa valanga, così una piccola maldicenza si può trasformare in calunnia, senza che si voglia. Del resto quante volte c'è capitato di dire una cosa e di essere fraintesi? Quante volte abbiamo detto una cosa e la persona che ci ascoltava ha capito esattamente l'opposto? Facciamo allora attenzione a non rapportare fatti e cose sentite da altri: "Chi sparge calunnie è uno stolto" (Proverbi 10:18).
Il primo calunniatore della storia fu Satana e la sua calunnia fu addirittura nei confronti di Dio: "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il Signore aveva fatti. Esso disse alla donna: "Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?" La donna rispose al serpente: "Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate altrimenti morirete". Il serpente disse alla donna: "No, non morirete affatto, ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio avendo la conoscenza del bene e del male". La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza. Prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei ed egli ne mangiò" (Genesi 3:1-6).
Lo scopo del diavolo era di presentare Dio, esigente ed egoista. Il suo astuto discorso è un misto di verità e di menzogna.

Ecco il sunto del suo discorso: 
- "No, non morrete affatto" (falso); 

- "Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno" (vero);

- "Sarete come Dio" (falso);

- "Avendo la conoscenza del bene e del male" (vero).

    Questo è il modello di Satana nel suo parlare.
Egli sa che la calunnia può distruggere in un attimo quello che è stato costruito in tanto tempo: amore, amicizia, rispetto, stima reciproca, affetto: "Io conosco la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana" (Apocalisse 2:9).

    La calunnia è l'atteggiamento consueto di chi non ha il timore di Dio nel suo cuore: "È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo; perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive, escono dal di dentro e contaminano l'uomo" (Marco 7:20-23).
Ma perché si fa della maldicenza? L'orgoglio e la superbia sono la principale causa di maldicenza. Il desiderio d'essere "qualcuno", di prevalere, di farsi un nome o anche solo di voler imporre un pensiero personale, sintomo sempre di un basso livello spirituale, spingono sovente a parlar male degli altri. Si denigra l'altro per esaltare se stesso. A volte non condividiamo ciò che invidiamo. In questo caso le vittime sono quelli che noi riteniamo essere più in alto, più in vista oppure quelli che non hanno le nostre stesse idee. La maldicenza o la calunnia ha allora lo scopo di sminuire la stima che li circonda, di abbassarli di livello per poterli superare. Sono sentimenti carnali che purtroppo covano nei nostri cuori. D'accuse ingiuste e di questo tipo di maldicenza sono state vittime moltissimi uomini di Dio, anche nei tempi passati. In alcuni salmi Davide chiede di esserne liberato: "Aguzzano la loro lingua come il serpente, hanno un veleno di vipera sotto le loro labbra. Sulla testa di quanti mi circondano ricada la perversità delle loro labbra! Il maldicente non durerà sulla terra" (Salmo 140:3, 9,11).
Anche l'apostolo Paolo fu criticato dai suoi stessi fratelli al punto di doversi difendere: "...Da taluni siamo calunniosamente accusati..." (Romani 3:8).
Allo stesso modo Gesù fu diffamato e calunniato, quando fu condannato sulla deposizione di falsi testimoni.

    La maldicenza, la calunnia, la critica oltre a non dover essere praticate, non vanno nemmeno recepite. Blocchiamo sul nascere ogni discorso maldicente: "La bocca dello stolto è la sua rovina e le sue labbra sono un laccio per la sua anima. Le parole del maldicente sono come ghiottonerie e penetrano fino all'intimo delle viscere" (Proverbi 18:7,8).

    Si racconta che Socrate, ad un amico che stava per riferirgli in gran segreto una notizia sul conto di un altro, abbia chiesto: "Hai passato la tua intenzione ai tre colini"? Interpellato su cosa voleva dire con questa frase, Socrate spiegò:
1) Sei sicuro che la cosa che stai per dirmi è vera?

2) Sei sicuro che ciò che stai per dirmi sia una cosa buona?

3) Sei sicuro che sia proprio utile che io lo sappia?
L'amico comprese e rinunciò al suo proposito

I DANNI DELLA MALDICENZA

    La maldicenza è una delle principali cause di amarezza, di liti, di disunione nella famiglia di Dio: "Infatti temo, quando verrò, di non trovarvi quali vorrei e di essere io stesso da voi trovato quale non mi vorreste; temo che vi siano tra di voi contese, gelosie, ire, rivalità, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini" (2Corinzi 12:20).
La maldicenza non ha mai unito, al contrario, è sempre fonte di separazione: "L'uomo perverso semina contese, il maldicente disunisce gli amici migliori" (Proverbi 16:28).
Davide descrive questa perversità: "Ti siedi e parli contro tuo fratello, diffami il figlio di tua madre. Hai fatto queste cose, io ho taciuto e tu hai pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò e ti metterò tutto davanti agli occhi" (Salmo 50:20,21).
La vita comunitaria è molto difficile, se c'è l'abitudine di fare maldicenza. La comunione degli uni con gli altri è interrotta e i rapporti d'amicizia s'inaridiscono, per la diffidenza e il timore, fino a scomparire del tutto. La maldicenza è un frutto della carne: "Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri; poiché tutta la legge è adempiuta in quest'unica parola: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri. Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne" (Galati 5:13-16).
Il riferimento ad animali che si addentano è molto crudo: alla fine sono tutti sbrindellati e sanguinanti. Non ha vinto nessuno; hanno perso tutti. È forse questo il piano del Signore per noi? Siamo forse lontani da quella chiesa che dovrebbe essere una culla di piume per i nuovi nati e che invece è un ruvido nido di spine: "In ogni fatica c'è profitto, ma il chiacchierare procura la miseria" (Proverbi 14:23)

 

L'IGNORANZA SPIRITUALE

    Alla base del pettegolezzo, della maldicenza, della calunnia, c'è sempre, oltre che la mancanza del timore di Dio, l'ignoranza.

A. Ignoranza su come le parole distruggono amicizie intime: "Chi copre i falli si procura amore, ma chi sempre vi torna su disunisce gli amici migliori" (Proverbi 17:9).

B. Ignoranza su come l'impuro contamina il puro, piuttosto che il puro influenzi l'impuro: "Se uno porta nel lembo della sua veste della carne consacrata e con quel suo lembo tocca del pane, o una vivanda cotta, o del vino, o dell'olio, o qualsivoglia altro cibo, quelle cose diventeranno esse consacrate? I sacerdoti risposero e dissero: No" (Aggeo 2:12).

C. Ignoranza su cosa é la maldicenza. 
È un resoconto non autorizzato, distorto o del tutto falso che c'influenza nel formare in noi un'opinione cattiva su di un'altra persona.

D. Ignoranza su come le maldicenze sono trasmesse. 
Le maldicenze sono trasmesse attraverso parole, espressioni della faccia, gesti e toni di voce. Possono essere sottili o evidenti, calme o nervose, dolci o amare.

E. Ignoranza su chi passa la maldicenza agli altri. 
Passare maldicenze ad altri sotto ogni forma, é parte della nostra natura corrotta. 
Ecco alcuni esempi:

- Bisbigliatore: uno che in segreto passa maldicenze ad altri.

- Pettegolo: uno che ingigantisce e rende sensazionali le voci che circolano e le informazioni a metà.

- Maldicente: uno che cerca di distruggere la credibilità e la reputazione di altri attraverso fatti che non edificano, fatti distorti o sospetti maligni.

- Intrigante: uno che scava nei fatti negativi degli altri e si adopera a diffonderli attraverso pettegolezzi, maldicenze o bisbigli. Tale azione é un peccato grave quanto omicidio o rapina. Infatti é nella stessa categoria di questi peccati: "Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui" (1Pietro 4:15).

F. IGNORANZA SU COSA MOTIVA LE MALDICENZE:

- Amarezza: reazione a offese personali.

- Ribellione: giustificare uno spirito indipendente.

- Inganno: credere che non c'è niente di male a passare maldicenze.

- Orgoglio: cercare di mettersi in mostra.

- Colpa: giustificare azioni e atteggiamenti passati.

- Invidia: desiderare ciò che ha l'altro.

G. IGNORANZA SU COME SIAMO PORTATI AD ASCOLTARE LE MALDICENZE.
Ci piace ascoltarle perché ci fanno sentire migliori di altri. Esse, infatti, buttano giù e fanno male alle persone che ci sono antipatiche.

H. IGNORANZA SU COME SATANA USA LE MALDICENZE:
- Per discreditare l'autorità spirituale.

- Per fare in modo che cristiani chiudano il loro spirito verso altri cristiani.

- Per moltiplicare contese e produrre malignità.

- Per dare occasione ai non credenti di beffarsi del cristianesimo e rigettare Cristo.indice

 

COME IDENTIFICARE UN "PORTATORE" DI MALDICENZA

a) Un portatore normalmente proverà il tuo spirito, prima di passarti una maldicenza. Ogni evidenza di uno spirito compatibile in te, lo incoraggerà a passarti la maldicenza.

b) Un portatore normalmente controllerà la tua accettazione della sua maldicenza prima di passarla. Potrebbe fare questo chiedendoti la tua opinione intorno alla persona o facendo un commento negativo e osservando la tua reazione.

c) Un portatore spesso ti provocherà a chiedere la maldicenza stimolando la curiosità in te. Alcuni metodi sono: "Hai sentito di...?" o "Lascia che ti dica di...!"

d) Un portatore può comunicare una maldicenza chiedendo consigli o condividendo il suo peso per la persona coinvolta.

e) Un portatore può usare la maldicenza per farsi ammirare ossia per il fatto di avere un'informazione esclusiva.

f) Un portatore é normalmente una persona che mette in risalto vivacemente dettagli del male, al punto di andarli a cercare. Dio condanna tali "detective delle tenebre" le cui lingue sono come spade affilate

 

COME IDENTIFICARE UNA MALDICENZA

    Cinque domande da porsi, prima di ascoltare un portatore:

- "Qual é il motivo per cui me lo dici?" Per deridere insieme la persona assente, per colpevolizzarla, per distruggerla.

- "Dove hai ricevuto l'informazione?" Il rifiuto di rivelare la sorgente d'informazione é un segnale sicuro di maldicenza.

- "Sei andato da quelli direttamente coinvolti?" La spiritualità non si misura da quanto abilmente riusciamo a esporre i mali degli altri, ma quanto effettivamente riusciamo a rialzare un peccatore.

- "Hai controllato personalmente i fatti?" Anche i "fatti" diventano distorti quando non sono bilanciati con altri fatti o quando sono esposti con motivi negativi.

- "Posso riferire il tuo nome, quando controllo di persona?" Quelli che passano maldicenze spesso si lamentano di essere malintesi. Questo avviene perché le loro parole sono mischiate con impressioni personali che le "tingono".

I RISCHI.
I rischi sono: Contaminazione, infezione e malattia

 

1. CONTAMINAZIONE

    La maldicenza contamina: "Le parole del maldicente sono come ghiottonerie e penetrano fino nell'intimo delle viscere" (Proverbi 26:22).
Nello stesso modo in cui toccando una persona malata contaminiamo le nostre mani, ascoltando un rapporto maligno, contaminiamo la nostra mente. È una realtà di cui dobbiamo prendere atto: "Che nessuna radice venga fuori a darvi molestia sì che molti di voi restino infetti" (Ebrei 12:15).
Absalom è una classica illustrazione di qualcuno che infetta attraverso maldicenze. Egli usò una storia apparentemente innocente per rubare il cuore di quasi una nazione intera, guidandola in una rivolta contro suo padre, il re Davide. La storia mette enfasi sulla sua "preoccupazione" per le persone che soffrivano, il suo "profondo desiderio" di fare giustizia e la sua "abilità" di amministrare meglio di suo padre. In realtà Absalom era amareggiato, poiché suo padre non aveva portato un giudizio sul suo fratellastro per la sua immoralità: "Or dopo queste cose, Absalom si procurò un cocchio, dei cavalli e cinquanta uomini che correvano "davanti a lui" (1). Absalom si levava la mattina "presto" (2) e si metteva da un lato della via che menava alle "porte della città" (3); e quando qualcuno, avendo un processo, si recava dal re per chiedere "giustizia" (4), Absalom "lo chiamava" (5) e gli diceva: 'Di qual città sei tu?' L'altro gli rispondeva: "Il tuo servo é di tale e tale tribù d'Israele... Absalom allora gli diceva: Vedi, la tua causa é "buona e giusta" (6), "ma non vi é chi sia delegato dal re per sentirti" (7)". "E Absalom aggiungeva: Oh se facessero "me giudice" (8) del paese. Chiunque avesse un processo o un affare verrebbe "da me" (9) e io gli farei giustizia'. E quando uno gli s'accostava per prostrarglisi dinanzi, egli gli porgeva la mano, l'abbracciava e "lo baciava" (10) e in questo modo Absalom "rubò il cuore" (11) della gente d'Israele" (2Samuele 15:1-6).

Riassumiamo il comportamento di Absalom:
A. Egli organizzò un gruppo di persone leali con lui e non con coloro che lui serviva.

B. Era energico e disciplinato.

C. Si rendeva disponibile alle persone.

D. Cercava le persone che avevano dei problemi.

E. Mostrava un interesse personale per la gente.

F. Prendeva a cuore le offese sofferte dalle persone.

G. Allontanava le persone dall'autorità regale rendendo un quadro negativo di suo padre.

H. Si offrì d'essere rappresentante per mettere le cose a posto.

I. Avrebbe usato la nuova posizione per incrementare il numero dei suoi devoti seguaci.

L. Desiderava accettazione e riconoscimento, quanto autorità.

M. Organizzò un tragico colpo di stato con l'aiuto di coloro che erano stati "infettati" da lui

 

2. INFEZIONE

    L'infezione é rispondere ad una maldicenza con ragionamenti umani ed emozioni, piuttosto che con discernimento spirituale e amore genuino: "Lo scemo crede a tutto quello che gli si dice, ma l'uomo prudente bada ai suoi passi" (Proverbi 14:15).
Chi ascolta e partecipa al pettegolezzo, diventa malvagio: "Il malvagio dà ascolto alle labbra inique" (Proverbi 17:4).
Se la contaminazione dovuta a una maldicenza non è purificata, seguiranno attitudini sbagliate, azioni e conclusioni anche a danno d'amici intimi: "Il maldicente disunisce gli amici migliori" (Proverbi 16:28).
L'infezione si manifesta con i seguenti sintomi:

- Credere che la maldicenza sia vera.

- Formare opinioni negative basate sulla maldicenza.

- Fissarsi sugli aspetti negativi della persona coinvolta.

- Interpretare le parole e le azioni della persona come "evidenza del fatto".

- Giudicare le motivazioni sulla base della maldicenza.

- Ritirarsi nello spirito dalla persona.

- Passare la maldicenza agli altri

 

3. MALATTIA

    Nel mondo della medicina vi sono stadi di sviluppo di una malattia. Nello stesso modo ci sono stadi di distruzione di una persona spiritualmente piena di salute. La malattia consiste nell'essere controllati mentalmente ed emotivamente dalle maldicenze e dallo spirito distruttivo di coloro che ce le riferiscono: "Non andrai qua e là facendo il diffamatore in mezzo al tuo popolo, né ti presenterai ad attestare il falso a danno della vita del tuo prossimo. Io sono il Signore" (Levitico 19:16).
A volte noi non agiamo in base all'informazione, quando invece dovremmo farlo, poiché la contaminazione o l'infezione ostacolano la grazia di Dio in noi. Quando noi sviluppiamo amarezza e ribellione, anche se la persona coinvolta non ci ha offeso direttamente ecco cosa accade:

- C'innalziamo a giudici in faccende che sono responsabilità di Dio e reclutiamo altri "dalla nostra parte".

- Andiamo alla ricerca di maldicenze e le usiamo per dare la peggiore impressione possibile della persona coinvolta: "L'uomo cattivo va scavando ad altri del male; sulle labbra c'è come un fuoco divorante" (Proverbi 16:27).

- Crediamo che tali azioni stanno mettendo in opera la volontà di Dio invece di realizzare che stiamo dando ai non credenti occasione di bestemmiare il nome di Dio a causa della nostra mancanza di amore genuino: "Io dico questo per farvi vergogna. Così non v'é egli tra voi neppure un savio che sia capace di pronunziare un giudizio fra un fratello e l'altro? Ma il fratello processa il fratello e lo fa dinanzi agl'infedeli. Certo, é già in ogni modo un vostro difetto l'avere fra voi dei processi. Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno? Invece siete voi che fate torto e danno e ciò a dei fratelli" (1Corinzi 6:5-8).
I tentativi di recuperare un credente che è stato colto in fallo, normalmente falliranno, finché la contaminazione dovuta all'ascoltare le maldicenze è purificata e rimpiazzata dallo Spirito di Cristo, ossia Spirito d'amore, umiltà e perdono

 

COME PURIFICARE LA NOSTRA MENTE DALLE MALDICENZE

A. Chiedi a Dio di purificare la tua mente dalla contaminazione delle maldicenze.

B. Prega che Dio ti dia un amore genuino per chiunque é coinvolto nella storia.

C. Purifica la tua mente con le Scritture adatte.

Poniti queste domande:

a) Ho accettato la maldicenza come verità? Presunzione é prendere per scontato una storia e credere che sia vera in mancanza di prove contrarie.

b) Ha la maldicenza influenzato i miei sentimenti verso la persona coinvolta?

c) Sento dentro di me quest'urgenza di andare a riferire ad altri la maldicenza?

IO SO CHE IL MIO CUORE É A POSTO:
- Quando perdo quest'urgenza di riferire agli altri i fatti negativi.

- Quando mi sento contristato perché la storia é stata raccontata.

- Quando ho amore genuino per la persona coinvolta nella storia.

Quando mi sento sfidato a controllare la mia vita per non cadere: "Ma ora deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, maldicenza e non vi escano dalla bocca parole disoneste... Vestitevi dunque, come eletti di Dio, santi ed amati, di tenera compassione, di benignità, di umiltà, di dolcezza, di longanimità; sopportandovi gli uni gli altri e perdonandovi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi. E sopra tutte queste cose vestitevi della carità, che é il vincolo della perfezione" (Colossesi 3:8,12-14)

 

CARATTERISTICHE DELLA MALDICENZA

È UN ABOMINIO PER DIO
- Proverbi 6:16-19: "Sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spargono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corrono frettolosi al male, il falso testimone che proferisce menzogne e chi semina discordie tra fratelli".
- Romani 1:28-30: "Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio".
- 1Timoteo 5:13: "Inoltre imparano anche a essere oziose, andando attorno per le case; e non soltanto a essere oziose, ma anche pettegole e curiose, parlando di cose delle quali non si deve parlare".

È UN'OPERA INGANNEVOLE
Salmi 52:2: "La tua lingua medita rovine; essa è simile a un rasoio affilato, o artefice d'inganni".

DEVE ESSERE DISAPPROVATA
2Timoteo 2:16,17: "Ma evita le chiacchiere profane, perché quelli che le fanno avanzano sempre più nell'empietà e la loro parola andrà rodendo come fa la cancrena".

DISUNISCE GLI AMICI
Proverbi 16:28: "L'uomo perverso semina contese, il maldicente disunisce gli amici migliori".
Proverbi 17:9: "Chi copre gli sbagli si procura amore, ma chi sempre vi torna su, disunisce gli amici migliori".

PROVOCA FERITE MORTALI
Proverbi 18:8: "Le parole del maldicente sono come ghiottonerie e penetrano fino all'intimo delle viscere".
Proverbi 15:4: "La lingua che calma è un albero di vita, ma la lingua perversa strazia lo spirito".

GENERA CONTESE
Proverbi 26:20: "Quando manca la legna, il fuoco si spegne; e quando non c'è maldicente cessano le contese".
Proverbi 6:19: "Gli sono in abominio: il falso testimonio che proferisce menzogne e chi semina discordie tra fratelli".

DIO CHIEDERÀ CONTO DELL'USO DELLA LINGUA
Matteo 12:36: "Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio".
Giacomo 1:26: "Se uno pensa d'esser religioso e non tiene a freno la sua lingua ma seduce il cuor suo, la religione di quel tale è vana"

 

CONCLUSIONE

Dio ci aiuti ad usare bene la nostra lingua: "O Signore, chi dimorerà nella tua tenda? Chi abiterà sul tuo santo monte? Colui che è puro e che agisce con giustizia e dice la verità come l'ha nel cuore; che non calunnia con la sua lingua, né fa male alcuno al suo vicino, né insulta il suo prossimo" (Salmo 15:1-3). 
San Pietro nella sua epistola ci consiglia come comportarci verso taluni: "Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi agitate, ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto e avendo la coscienza pulita affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo" (1Pietro 3:14-16).
Chiediamoci quando stiamo per rapportare fatti e avvenimenti: "Ciò che sto per dire porterà incitamento al mio fratello? Gli darà della forza spirituale? Lo renderà più saldo nelle cose del Signore"? Impariamo con l'aiuto di Dio a parlare meno, al momento giusto e con parole appropriate: "Le parole dette a tempo, sono come frutti d'oro in vasi d'argento cesellato" (Proverbi 25:11).
Non dimentichiamo che un giorno renderemo conto a Dio d'ogni parola che è uscita dalla nostra bocca e saranno le nostre parole che ci assolveranno o ci condanneranno: "L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone; e l'uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie. Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato" (Matteo 12:35-37)