IL
GRANDE OSTACOLO: LA MALDICENZA
di
Pino Tarantino
Alcuni
"cristiani" diffondono a piene mani (e sia pure non sempre
volontariamente) innumerevoli calunnie od interpretazioni calunniose, che
provocano divisioni e moltiplicano i rancori. Se costoro avessero avuto il
coraggio di recarsi dal loro fratello per un colloquio risolutivo, anziché
criticarlo e diffonderne un'immagine sfavorevole, mostrandosi in tal modo sprovvisti d'onestà civile, essi avrebbero
evitato di spargere ciò che davanti agli occhi di Dio è pura calunnia.
Ma che cosa vuol dire
"calunnia"? L'immagine contenuta nel corrispondente vocabolo greco, è
davvero sorprendente. Si allude a gente che si riunisce in certi angolini, a gruppetti, per scambiarsi delle informazioni
destinate a distruggere la buona reputazione di persone che non sono in grado di difendersi, perché assenti!
La maldicenza invece è genericamente, il parlar male degli altri. Le cose
riferite possono anche essere vere ma, se sono fine a se stesse e non sono
dette per aiutare il fratello, vanno a scapito della reputazione della persona
che è oggetto di quelle chiacchiere. Il pettegolezzo può essere divertente e
appassionante, ma anche vendicativo e distruttivo. Esso ha un potere
formidabile. Spesso e volentieri è alla base di litigi, contrasti e disordini
pubblici; può infrangere i legami familiari e rovinare carriere promettenti.
Tra gli altri mali di cui si rende responsabile, figurano le notti insonni, il
dispiacere e la tristezza. Probabilmente siamo già stati anche noi vittima di
un pettegolezzo, ma se non lo siamo stati c'è da aspettarsi che un giorno o
l'altro qualcuno tenterà di "spararci alle gambe", cercherà di dir
male anche di noi.
Non soltanto il pettegolezzo resiste, ma è fiorente. Fino ad ora nessuna legge
e nessun metodo umano sono stati capaci di stroncare i suoi effetti devastanti.
È dappertutto, si trova nelle famiglie come nelle
comunità, nei circoli riservati, come negli ambienti popolari, nella politica e
perfino nell'ambito religioso. È comune quasi quanto il respirare.
Certamente la maldicenza rivela un aspetto ripugnante della natura
umana, quando ci si diletta nell'offuscare la reputazione di chi ci circonda,
nel distorcere la verità e nel frantumare la serenità dell'esistenza altrui.
Perciò, se si vuole evitare di far del male agli altri o d'essere prima o poi annoverati tra le vittime della maldicenza, è
importante sapere dove si ferma la conversazione inoffensiva e dove inizia
invece il pettegolezzo nocivo.
Ecco la storia di un anziano servitore di Dio, il cui ministero e la sua
famiglia erano stati distrutti da una lingua menzognera. Troppo tardi l'autore
di quel male riconobbe il suo errore e, con le lacrime
agli occhi, si recò dal pastore per chiederne il perdono. "Si, vi perdono,
con tutto il cuore", rispose il vecchio pastore. "Vi perdono, che
altro posso fare, come servitore di Dio? Tuttavia vorrei chiedervi un favore. Prendete un cuscino di
piume e portatelo in cima alla nostra chiesa, in quel minuscolo vano dove il
nostro gruppo d'oranti aveva la consuetudine di raccogliersi in preghiera. Da
lassù, aprite il cuscino e disperdetene le piume ai quattro venti; poi venite a
riferirmi che cosa avrete visto".
L'uomo fece quel che il pastore gli aveva chiesto e ritornò
dicendo: "Ho fatto ciò che mi avete detto. C'è dell'altro? "Sì",
riprese il pastore, "tornate là sul sagrato e raccogliete tutte le piume
disperse al vento!"
"Oh, ma é impossibile! Il vento le ha disperse
dappertutto".
"Appunto, amico mio" riprese il pastore, "è
impossibile". Le piume sono disperse dappertutto e non potete riportarmele
indietro. La stessa cosa è avvenuta per le vostre parole. Il male è stato fatto
e in modo irreparabile".
La maldicenza danneggia assai più la chiesa di quanto non lo
facciano altri peccati cosiddetti scandalosi. I cristiani non sembrano rendersi
conto che ci sono pochi peccati che la Bibbia condanni con altrettanta severità
come essa fa con la calunnia. Noi siamo generalmente
pronti a pentirci di molti peccati, ma non siamo disposti a riconoscere quello
della calunnia in particolare.
Innumerevoli sono le persone che provano un piacere maligno ad ascoltare le
calunnie e a diffonderle. Tali sono dunque le tragiche conseguenze della
calunnia: sono irreparabili. Esse distruggono gli altri, anche il calunniatore!
La calunnia è grave, tanto che anche per legge nei paesi civili è ascritta fra
i reati perseguibili penalmente.
È bene ricordare che il racconto di un avvenimento, anche se è vero, passando
da una bocca all'altra, comunemente si deforma. Ad ogni passaggio si arricchisce
di particolari inesistenti o perché non è ben riferito o perché non è ben
compreso. Alla fine come una piccola palla di neve che rotolando sui pendii
innevati di una montagna diventa una disastrosa valanga, così una piccola
maldicenza si può trasformare in calunnia, senza che si voglia. Del resto
quante volte c'è capitato di dire una cosa e di essere
fraintesi? Quante volte abbiamo detto una cosa e la persona che ci ascoltava ha
capito esattamente l'opposto? Facciamo allora attenzione a non rapportare fatti
e cose sentite da altri: "Chi sparge calunnie è uno stolto" (Proverbi
10:18).
Il primo calunniatore della storia fu Satana e la sua calunnia fu addirittura
nei confronti di Dio: "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali
dei campi che Dio il Signore aveva fatti. Esso disse alla donna: "Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del
giardino?" La donna rispose al serpente: "Del frutto degli alberi del
giardino ne possiamo mangiare ma del frutto dell'albero che è in mezzo al
giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate altrimenti
morirete". Il serpente disse alla donna: "No, non morirete
affatto, ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete i vostri occhi si apriranno
e sarete come Dio avendo la conoscenza del bene e del
male". La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello
da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza. Prese del
frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei ed egli ne
mangiò" (Genesi 3:1-6).
Lo scopo del diavolo era di presentare Dio, esigente ed egoista. Il suo astuto
discorso è un misto di verità e di menzogna.
Ecco il sunto del suo
discorso:
- "No, non morrete affatto" (falso);
- "Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno"
(vero);
- "Sarete come Dio" (falso);
- "Avendo la conoscenza del bene e del male" (vero).
Questo è il modello di Satana nel suo parlare. Egli sa che la calunnia può distruggere
in un attimo quello che è stato costruito in tanto tempo: amore, amicizia,
rispetto, stima reciproca, affetto: "Io conosco la tua tribolazione, la
tua povertà (tuttavia sei ricco) e le calunnie lanciate da quelli che dicono di essere giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di
Satana" (Apocalisse 2:9).
La calunnia è l'atteggiamento consueto di chi non ha il timore di
Dio nel suo cuore: "È quello che esce dall'uomo che contamina l'uomo;
perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini che
escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie,
malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza.
Tutte queste cose cattive, escono dal di dentro e
contaminano l'uomo" (Marco 7:20-23).
Ma perché si fa della maldicenza? L'orgoglio e la superbia sono
la principale causa di maldicenza. Il desiderio d'essere "qualcuno",
di prevalere, di farsi un nome o anche solo di voler imporre un pensiero
personale, sintomo sempre di un basso livello spirituale, spingono sovente a
parlar male degli altri. Si denigra l'altro per esaltare se stesso. A volte non
condividiamo ciò che invidiamo. In questo caso le vittime sono quelli che noi
riteniamo essere più in alto, più in vista oppure quelli che non hanno le
nostre stesse idee. La maldicenza o la calunnia ha allora lo scopo di sminuire
la stima che li circonda, di abbassarli di livello per poterli superare. Sono
sentimenti carnali che purtroppo covano nei nostri cuori. D'accuse ingiuste e
di questo tipo di maldicenza sono state vittime moltissimi uomini di Dio, anche
nei tempi passati. In alcuni salmi Davide chiede di esserne liberato:
"Aguzzano la loro lingua come il serpente, hanno un veleno di vipera sotto
le loro labbra. Sulla testa di quanti mi circondano ricada la perversità delle
loro labbra! Il maldicente non durerà sulla terra" (Salmo 140:3, 9,11).
Anche l'apostolo Paolo fu criticato dai suoi stessi fratelli al punto di
doversi difendere: "...Da taluni siamo calunniosamente accusati..."
(Romani 3:8).
Allo stesso modo Gesù fu diffamato e calunniato,
quando fu condannato sulla deposizione di falsi testimoni.
La maldicenza, la calunnia, la critica oltre a non dover essere
praticate, non vanno nemmeno recepite. Blocchiamo sul
nascere ogni discorso maldicente: "La bocca dello stolto è la sua rovina e
le sue labbra sono un laccio per la sua anima. Le
parole del maldicente sono come ghiottonerie e penetrano fino all'intimo delle
viscere" (Proverbi 18:7,8).
Si racconta che Socrate, ad un amico che stava per riferirgli in
gran segreto una notizia sul conto di un altro, abbia chiesto:
"Hai passato la tua intenzione ai tre colini"? Interpellato su cosa
voleva dire con questa frase, Socrate spiegò:
1) Sei sicuro che la cosa che stai per dirmi è vera?
2) Sei sicuro che ciò che stai per dirmi sia una cosa buona?
3) Sei sicuro che sia proprio utile che io lo sappia?
L'amico comprese e rinunciò al suo proposito
La maldicenza è una
delle principali cause di amarezza, di liti, di
disunione nella famiglia di Dio: "Infatti temo, quando verrò, di non
trovarvi quali vorrei e di essere io stesso da voi trovato quale non mi
vorreste; temo che vi siano tra di voi contese, gelosie, ire, rivalità,
maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini" (2Corinzi 12:20).
La maldicenza non ha mai unito, al contrario, è sempre fonte di separazione:
"L'uomo perverso semina contese, il maldicente disunisce gli amici
migliori" (Proverbi 16:28).
Davide descrive questa perversità: "Ti siedi e parli contro tuo fratello,
diffami il figlio di tua madre. Hai fatto queste cose, io ho taciuto e tu hai
pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò e ti metterò tutto davanti
agli occhi" (Salmo 50:20,21).
La vita comunitaria è molto difficile, se c'è l'abitudine di fare maldicenza.
La comunione degli uni con gli altri è interrotta e i rapporti d'amicizia
s'inaridiscono, per la diffidenza e il timore, fino a scomparire del tutto. La maldicenza è un frutto della carne: "Perché, fratelli, voi
siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione
per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli
altri; poiché tutta la legge è adempiuta in quest'unica
parola: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non
essere consumati gli uni dagli altri. Io dico: camminate secondo lo
Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne" (Galati 5:13-16).
Il riferimento ad animali che si addentano è molto crudo: alla fine sono tutti
sbrindellati e sanguinanti. Non ha vinto nessuno; hanno perso tutti. È forse
questo il piano del Signore per noi? Siamo forse lontani da quella chiesa che
dovrebbe essere una culla di piume per i nuovi nati e che invece è un ruvido
nido di spine: "In ogni fatica c'è profitto, ma il chiacchierare procura la miseria" (Proverbi 14:23)
Alla base del pettegolezzo, della maldicenza, della calunnia, c'è
sempre, oltre che la mancanza del timore di Dio, l'ignoranza.
A. Ignoranza su come le parole distruggono amicizie intime: "Chi copre i
falli si procura amore, ma chi sempre vi torna su disunisce gli amici
migliori" (Proverbi 17:9).
B. Ignoranza su come l'impuro contamina il puro, piuttosto che il puro
influenzi l'impuro: "Se uno porta nel lembo della sua veste della carne
consacrata e con quel suo lembo tocca del pane, o una vivanda cotta, o del
vino, o dell'olio, o qualsivoglia altro cibo, quelle cose diventeranno esse
consacrate? I sacerdoti risposero e dissero: No" (Aggeo 2:12).
C. Ignoranza su cosa é la maldicenza.
È un resoconto non autorizzato, distorto o del tutto falso che c'influenza nel
formare in noi un'opinione cattiva su di un'altra persona.
D. Ignoranza su come le maldicenze sono trasmesse.
Le maldicenze sono trasmesse attraverso parole, espressioni della faccia, gesti
e toni di voce. Possono essere sottili o evidenti, calme o nervose, dolci o
amare.
E. Ignoranza su chi passa la maldicenza agli altri.
Passare maldicenze ad altri sotto ogni forma, é parte della nostra natura
corrotta.
Ecco alcuni esempi:
- Bisbigliatore: uno che in segreto passa maldicenze ad altri.
- Pettegolo: uno che ingigantisce e rende sensazionali le voci che circolano e
le informazioni a metà.
- Maldicente: uno che cerca di distruggere la credibilità
e la reputazione di altri attraverso fatti che non edificano, fatti distorti o
sospetti maligni.
- Intrigante: uno che scava nei fatti negativi degli altri e si adopera a
diffonderli attraverso pettegolezzi, maldicenze o bisbigli. Tale azione é un
peccato grave quanto omicidio o rapina. Infatti é nella
stessa categoria di questi peccati: "Nessuno di voi abbia a soffrire come
omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui"
(1Pietro 4:15).
F. IGNORANZA SU COSA MOTIVA LE MALDICENZE:
- Amarezza: reazione a offese personali.
- Ribellione: giustificare uno spirito indipendente.
- Inganno: credere che non c'è niente di male a passare maldicenze.
- Orgoglio: cercare di mettersi in mostra.
- Colpa: giustificare azioni e atteggiamenti passati.
- Invidia: desiderare ciò che ha l'altro.
G. IGNORANZA SU COME SIAMO PORTATI AD ASCOLTARE LE MALDICENZE.
Ci piace ascoltarle perché ci fanno sentire migliori di altri. Esse, infatti,
buttano giù e fanno male alle persone che ci sono
antipatiche.
H. IGNORANZA SU COME SATANA USA LE MALDICENZE:
- Per discreditare l'autorità spirituale.
- Per fare in modo che cristiani chiudano il loro spirito verso altri
cristiani.
- Per moltiplicare contese e produrre malignità.
- Per dare occasione ai non credenti di beffarsi del cristianesimo e rigettare
Cristo.indice
COME IDENTIFICARE UN "PORTATORE" DI MALDICENZA
COME IDENTIFICARE UNA MALDICENZA
COME PURIFICARE LA NOSTRA MENTE DALLE MALDICENZE