La conferma che il SIGNORE opererà
Esodo 6

 

Vogliamo continuare lo studio del libro di Esodo. Nell’ultimo sermone, abbiamo letto che Mosè arrivò in Egitto, e insieme ad Aaronne si presentò agli Ebrei, che, come aveva detto Dio, credettero a Mosè, e iniziarono ad avere speranza che Dio li avrebbe liberati. Poi, come Dio aveva ordinato, Mosè si presentò al faraone, ordinandogli, nel nome di Dio, di lasciare andare gli Ebrei perché potessero adorare Dio. Il faraone rifiutò categoricamente, e anzi, a causa della richiesta di Mosè, il faraone aumentò moltissimo il carico di lavoro degli Ebrei, al punto che era impossibile mantenere la quota di produzione stabilita, perciò la loro condizione diventò terribile. Però le cose andaro ancora peggio quando gli Ebrei stessi accusarono Mosè di essere la causa dei loro problemi.

Secondo un metro umano, l’ubbidienza di Mosè a Dio portò risultati disastrosi. Poteva sembrare che la sua missione fosse un fallimento. Però abbiamo ricordato che le vie del Signore non sono le nostre vie. Lo scopo del Signore non era principalmente di liberare gli Ebrei, quanto soprattutto di manifestare la sua gloria, e quindi, era necessario che il faraone avesse un cuore duro. Infatti, aveva già annunciato a Mosè che sarebbe andata così. Quanto è facile in momenti di difficoltà dimenticare che Dio ha un piano molto più grande di quello che vediamo al momento.

Allora, riprendiamo lo studio della storia, per vedere come Dio guidò gli eventi successivi. Mentre studiamo, vogliamo ricordare che l’esodo dall’Egitto è un tipo della nostra salvezza in Cristo Gesù. Leggiamo ora Esodo 6:1-8.

“1 Il SIGNORE disse a Mosè: «Ora vedrai quello che farò al faraone; perché, forzato da una mano potente, li lascerà andare: anzi, forzato da una mano potente, li scaccerà dal suo paese». 2 Dio parlò a Mosè e gli disse: «Io sono il SIGNORE. 3 Io apparvi ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe, come il Dio onnipotente; ma non fui conosciuto da loro con il mio nome di SIGNORE. 4 Stabilii pure il mio patto con loro, per dar loro il paese di Canaan, il paese nel quale soggiornavano come forestieri. 5 Ho anche udito i gemiti dei figli d’Israele che gli Egiziani tengono in schiavitù e mi sono ricordato del mio patto. 6 Perciò, di’ ai figli d’Israele: “Io sono il SIGNORE; vi sottrarrò ai duri lavori di cui vi gravano gli Egiziani, vi libererò dalla loro schiavitù e vi salverò con braccio steso e con grandi atti di giudizio. 7 Vi prenderò come mio popolo, sarò vostro Dio e voi conoscerete che io sono il SIGNORE, il vostro Dio, che vi sottrae ai duri lavori impostivi dagli Egiziani. 8 Vi farò entrare nel paese che giurai di dare ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe. Io ve lo darò in possesso; io sono il SIGNORE”».” (Esodo 6:1-8 NRV)

In capitolo 5, abbiamo visto le cose andare terribilmente male per Mosè. In questo brano, Dio inizia dicendo: “ora vedrai quello che farò al faraone; perché, forzato da una mano potente, li lascerà andare: anzi, forzato da una mano potente, li scaccerà dal suo paese!” Mosè era estremamente scoraggiato, perché stava pensando alle situazione, e non a Dio. Perciò, per fortificare la sua fede, Dio iniziò dicendo “ora vedrai”, ora vedrai quello che IO, il SIGNORE, farò al faraone.

Questa frase ci aiuta a capire che Dio aveva pienamente il controllo della situazione. Tutto stava proseguendo esattamente secondo il suo piano. Ricordiamo che mentre Mosè era ancora davanti al pruno ardente, Dio gli aveva detto che il faraone avrebbe rifiutato all’inizio, finché non fosse stato forzato da una mano potente. Nel piano di Dio, era necessario che il faraone rifiutasse prima, perché così il Signore avrebbe potuto manifestare la sua gloria nella sua potenza di forzare il faraone affinché lasciasse andare Israele.

La fede di Mosè era debole, e quello che il Signore gli dichiarò in questo brano serviva a rinforzare la sua fede. Mosè aveva bisogno di ricordare le verità di Dio affinché la sua fede fosse edificata. Per questo, Dio parlò direttamente a Mosè, perché non esisteva ancora alcuna parte della Bibbia. Invece oggi, noi abbiamo la Bibbia, e abbiamo lo Spirito Santo. Quando la nostra fede è debole, sono le verità di Dio che troviamo nella Bibbia che possono fortificare la nostra fede per aiutarci a non vacillare.

Allora consideriamo le verità che Dio dichiarò a Mosè per fortificare la sua fede ed incoraggiarlo.

La prima cosa che Dio dice è che ora Mosè vedrà quello che Dio farà. Mosè vedrà Dio adoperare la sua mano potente per forzare il faraone non solo a lasciare gli Ebrei, ma a scacciarli dal suo paese. In altre parole, Dio stava ricordando a Mosè che Egli aveva il controllo degli eventi, e che stava per agire. Dio aveva già detto questo a Mosè, ma sapeva che Mosè aveva bisogno di ricordarlo. Quante volte anche noi abbiamo bisogno di essere ricordati delle verità di Dio!

La persona di Dio

I versetti da 2 ad 8 sono molto importanti perché ci mostrano la base sulla quale Dio agisce.

Leggiamo i vv.2,3

“Dio parlò a Mosè e gli disse: «Io sono il SIGNORE. 3 Io apparvi ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe, come il Dio onnipotente; ma non fui conosciuto da loro con il mio nome di SIGNORE.” (Esodo 6:2-3 NRV)

Il SIGNORE iniziò ricordando a Mosè che Egli è il SIGNORE, cioè l’Eterno, “Io Sono chi Io Sono”! Il significato di questo nome è molto ricco, come abbiamo già studiato in un altro sermone. La nostra fede in Dio deve essere fondata in un concetto vero della persona di Dio. Dobbiamo meditare molto sulla persona di Dio.

In questo versetto, Dio dichiara che era già apparso ad Abraamo, ad Isacco, e a Giacobbe, ma che non fu conosciuto da loro con il suo nome di SIGNORE. Di che cosa si tratta?

Prima di tutto, dobbiamo capire che questi uomini, e anche gli uomini prima di Abraamo, avevano conosciuto Dio con il nome SIGNORE. Vediamo un esempi di questo in Genesi 4:26

“Anche a Set nacque un figlio, che chiamò Enos. Allora si cominciò a invocare il nome del SIGNORE.” (Genesi 4:26 NRV)

Se ricordate, Set era un figlio di Adamo, e quindi già a quel tempo si usava il nome SIGNORE.

Poi, in Genesi 12 leggiamo un brano che parla di Abraamo.

“Di là si spostò verso la montagna a oriente di Betel, e piantò le sue tende, avendo Betel a occidente e Ai ad oriente; lì costruì un altare al SIGNORE e invocò il nome del SIGNORE.” (Genesi 12:8 NRV)

“Abraamo chiamò quel luogo «Iavè-Irè». Per questo si dice oggi: «Al monte del SIGNORE sarà provveduto».” (Genesi 22:14 NRV)

In Genesi 24:12, vediamo il servo di Abraamo che era andato a cercare una moglie per Isacco. Egli arriva al paese dove abitano i parenti di Abraamo, e prega il SIGNORE chiedendoGli successo nella sua missione. Notiamo che anche egli usa il nome SIGNORE.

“«O SIGNORE, Dio del mio signore Abraamo, ti prego, fammi fare quest’oggi un felice incontro; usa bontà verso Abraamo mio signore!” (Genesi 24:12 NRV)

Quindi, da questi brani è chiaro che questi uomini conoscevano già il nome SIGNORE. Allora, qual è il senso di quello che Dio dice a Mosè quando dice di loro: “non fui conosciuto da loro con il mio nome di SIGNORE”? Il senso è che quegli uomini conoscevano questo nome di Dio, ma non avevano visto Dio agire con la sua potenza come il SIGNORE, l’Eterno. Non avevano visto Dio manifestare il pieno significato del suo nome, come Dio stava per manifestarsi a Mosè e agli Ebrei. Quello che Dio stava per fare tramite Mosè sarebbe stata la prima volta che aveva agito in modo così palese per farsi conoscere al mondo come il SIGNORE. I patriarchi non avevano conosciuto per esperienza questo aspetto di Dio.

Perché a Mosè serviva sapere questo? Serviva perché la sua fede stava vacillando, ed egli aveva bisogno di capire che Dio stava per fare qualcosa che non aveva mai fatto, in modo che la fede di Mosè sarebbe rimasta forte durante tutte le difficoltà che Dio stava per permettere nella sua vita.

il Patto di Dio

Ora leggiamo i vv. 4,5, che ci spiegano un’importantissima verità, una verità che serve anche a noi.

“Stabilii pure il mio patto con loro, per dar loro il paese di Canaan, il paese nel quale soggiornavano come forestieri. Ho anche udito i gemiti dei figli d’Israele che gli Egiziani tengono in schiavitù e mi sono ricordato del mio patto.” (Esodo 6:5 NRV)

Dio ricordò a Mosè del suo patto che aveva stabilito con Abraamo, Isacco, e Giacobbe. In quel patto, Dio aveva promesso la terra ai loro discendenti. Poi Dio dichiarò che si era ricordato del suo patto.

Il SIGNORE è il Dio del Patto. Per esempio, c’è il patto di Dio con Abraamo, il patto con Mosè, il patto con Davide, e poi il patto più importante, il patto per il quale si può arrivare a Dio oggi, fatto per mezzo di Gesù Cristo. I patti di Dio sono gli unici mezzi mediante i quali l’uomo può ricevere la grazia e la salvezza da Dio. Dio mantiene sempre i suoi Patti, sono sicuri. Dio non può rinnegare sé stesso. Nulla nell’universo è sicuro quanto quello che Dio dichiara in un patto.

Dio fece un Patto con Abraamo - che poi riconfermò con Isaaco e con Giacobbe - in cui prometteva di fare dei loro discendenti il suo popolo e di dare loro la terra promessa. Quello che Dio stava per fare tramite Mosè, liberando gli Ebrei dell’Egitto per condurli nella terra promessa, era l’inizio dell’adempimento di questo patto.

Egli ricordò a Mosè che aveva stabilito il suo patto con i Patriarchi degli Ebrei, e poi, che si era ricordato del suo patto. Dio, dunque, non se ne era dimenticato, ma era arrivato il tempo in cui Egli era pronto ad adempiere la prima parte di quel patto.

Gli Ebrei facevano parte di questo patto di Dio, dunque il loro futuro era sicuro. Anche oggi, chi è salvato fa parte del patto di Dio fatto in Cristo Gesù. Quando Dio salva una persona, quella persona entra, per mezzo del sacrificio di Cristo, a far parte del nuovo Patto in Cristo. Secondo i termini di questo patto, la persona viene coperta con la giustizia di Cristo, ed è battezzata nella morte e nella risurrezione di Cristo. La sua salvezza dipende allora dall’opera di Cristo, e quella persona può essere sicura che Dio porterà a compimento ogni aspetto del Patto. Chi fa parte del Patto di Dio in Cristo è sicuro, perché il Patto è sicuro.

Allora, il SIGNORE ricordò a Mosè del Patto che aveva fatto con i Patriarchi, per fortificare la fede di Mosè.

L’intervento personale di Dio

Ora, vogliamo notare attentamente il discorso che Dio fa a Mosè nei versetti 5-8. In questi versetti, Dio dichiara il suo ruolo personale nella situazione degli Ebrei. Leggiamo questo brano, notando quante volte Dio parla in prima persona, “IO ho fatto, ho udito, ho agito, ecc.”. Ricordiamo nel v.1 che Dio aveva già detto: Ora vedrai quello che FARO’ al faraone. Dio stesso stava per agire.

“5 Ho anche udito i gemiti dei figli d’Israele che gli Egiziani tengono in schiavitù e mi sono ricordato del mio patto. 6 Perciò, di’ ai figli d’Israele: “Io sono il SIGNORE; vi sottrarrò ai duri lavori di cui vi gravano gli Egiziani, vi libererò dalla loro schiavitù e vi salverò con braccio steso e con grandi atti di giudizio. 7 Vi prenderò come mio popolo, sarò vostro Dio e voi conoscerete che io sono il SIGNORE, il vostro Dio, che vi sottrae ai duri lavori impostivi dagli Egiziani. 8 Vi farò entrare nel paese che giurai di dare ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe. Io ve lo darò in possesso; io sono il SIGNORE”».” (Esodo 6:5-8 NRV)

Elenchiamo i verbi nella prima persona usati qui da Dio: ho udito, mi sono ricordato, vi sottrarrò, vi libererò, vi salverò, vi prenderò, sarò il vostro Dio, vi farò entrare, ve lo darò.

Dio aveva sentito i gemiti dei figli d’Israele. Dio sa tutto ciò che accade, ma in particolare, tiene conto di ogni dettaglio della vita di ciascuno del suo popolo. Dio aveva già dichiarato questa verità a Mosè, presso il pruno ardente. Qui la ripete, per fortificare la fede debole di Mosè.

In realtà, Mosè avrebbe dovuto vergognarsi della debolezza della sua fede. Dio gli aveva già dichiarato, presso il pruno ardente, quello che gli serviva sapere. Gli aveva già dichiarato come sarebbero andate le cose. Dio aveva dato a Mosè il potere di compiere i miracoli della verga e della mano che diventava lebbrosa. Mosè avrebbe dovuto avere ancora fede in Dio.

Però, nonostante questo, davanti al rifiuto del faraone, e le accuse degli Ebrei, la fede di Mosè vacillava, e perciò, Dio gli venne incontro con pazienza e dolcezza, ricordandogli che Lui stesso stava per agire.

Solitamente, Dio agisce in modo indiretto. In questa occasione, Dio stava per agire in modo diretto, con la più grande manifestazione del suo potere nel salvare il suo popolo che aveva mai fatta finora.

Fermiamoci qua e consideriamo il contenuto della dichiarazione di Dio a Mosè, e osserviamo per quale motivo a Mosè serviva sentire queste cose.

Dio aveva annunciato, in grande dettaglio, quello che stava per fare per liberare gli Ebrei dall’Egitto per poi portarli nella terra promessa. Era importante che Mosè sapesse e ricordasse queste cose affinché la sua fede fosse forte durante le dure prove che dovevano ancora attraversare.

Dio farà quello che ha stabilito di fare, che noi lo sappiamo o meno. La ragione che l’uomo deve conoscere e ricordare è che ciò che Dio farà serve a produrre una fede più forte.

Allora consideriamo il contenuto dell’annuncio di Dio a Mosè. Ricordiamo che l’Esodo è un TIPO della salvezza che Dio compie oggi in Cristo Gesù. Quindi, consideriamo prima l’applicazione principale di ogni dichiarazione di Dio, applicandola ai Giudei in Egitto, e poi consideriamo ogni atto come un TIPO della salvezza in Gesù Cristo.

“5 Ho anche udito i gemiti dei figli d’Israele che gli Egiziani tengono in schiavitù e mi sono ricordato del mio patto. 6 Perciò, di’ ai figli d’Israele: “Io sono il SIGNORE; vi sottrarrò ai duri lavori di cui vi gravano gli Egiziani, vi libererò dalla loro schiavitù e vi salverò con braccio steso e con grandi atti di giudizio. 7 Vi prenderò come mio popolo, sarò vostro Dio e voi conoscerete che io sono il SIGNORE, il vostro Dio, che vi sottrae ai duri lavori impostivi dagli Egiziani. 8 Vi farò entrare nel paese che giurai di dare ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe. Io ve lo darò in possesso; io sono il SIGNORE”».” (Esodo 6:5-8 NRV)

Ho udito: Dio ha preso nota delle sofferenze degli Ebrei. Oggi, Egli prende nota delle circostanze di chiunque appartiene a Lui per mezzo di Cristo, e di coloro che Lo cercano di cuore. Non esiste situazione di cui Dio non è pienamente a conoscenza.

Mi sono ricordato del mio patto: Dio non si era dimenticato del suo patto con Abraamo, Isaaco e Giacobbe, e quindi, non poteva abbandonare i loro discendenti. Similmente, Dio non si dimentica mai di coloro i quali sono legati a Lui per mezzo del patto in Cristo Gesù. Cristo è sempre alla destra di Dio, intercedendo per i suoi, ed è impossibile che Dio si dimentichi di chi è in Cristo.

Vi sottrarrò ai duri lavori, e vi libererò dalla schiavitù: Questo Dio l’ha fatto per gli Ebrei che erano schiavi in Egitto. Oggi, la schiavitù da cui Dio salva è la schiavitù del peccato e della condanna eterna. Chi pecca è schiavo del peccato, da cui è impossibile liberarsi, come era impossibile per gli Ebrei liberarsi da soli dalla schiavitù in Egitto. Solo la potente mano di Dio poteva liberarli dalla schiavitù. Similmente, chi è sotto la condanna del peccato non può liberarsi da sé, solo Dio può liberare un peccatore.

Vi salverò con braccio steso e con grandi atti di giustizia: Per gli Ebrei in Egitto, il braccio steso significava un atto compiuto con grande potenza, dato che era il braccio che controllava le armi da guerra, come per esempio l’arco e la spada. Infatti, le dieci piaghe erano una grandissima manifestazione della potenza di Dio, che Egli ha adoperato per salvare il suo popolo della schiavitù.

E poi i Grandi atti di giustizia erano il duro giudizio contro il faraone e gli Egiziani, a causa del loro peccato contro Dio. A causa della durezza del cuore del faraone, Dio mandò le piaghe, che erano un giudizio contro il peccato del faraone. Erano terribili, e quindi, erano chiamati grandi atti di giustizia.

E oggi, in che modo vediamo la salvezza per mezzo del braccio steso e con grandi atti di giustizia?

O cari, fermatevi a pensare. Anche oggi, la salvezza arriva per mezzo del braccio steso di Dio. O per meglio dire, la salvezza arriva per le braccia stese, le braccia di Gesù Cristo, che fu appeso alla croce. In quell’avvenimento, vediamo anche grandi atti di giustizia, perché vediamo l’ira di Dio contro il peccato, rivolta su Cristo Gesù, appeso sulla croce. Infatti, tutte le piaghe in Egitto non erano terribili quanto l’ira di Dio riversata su Cristo mentre era sulla croce. Dio colpì duramente gli Egiziani, eppure, la sua ira era limitata, e colpiva solo alcuni Egiziani. Invece quando Gesù era sulla croce, l’ira di Dio era senza limiti, e ha punito pienamente la condanna del peccato del mondo su Cristo Gesù. Questo fu il più grande atto di giustizia nella storia del mondo, e chi viene salvato oggi, viene salvato per mezzo delle braccia stese e con grande atto di giustizia. Quindi, quello che vediamo nell’Esodo è un TIPO della salvezza oggi in Cristo Gesù.

Proseguiamo a considerare le altre cose che il Signore dichiara.

7 Vi prenderò come mio popolo, sarò vostro Dio e voi conoscerete che io sono il SIGNORE, il vostro Dio,

Quando Dio salvò gli Ebrei, li prese come suo popolo. Nel loro caso, erano già il popolo di Dio, per mezzo dell’elezione di Dio, essendo la discendenza di Abraamo, Isaaco e Giacobbe. Però, non era ancora visibile in modo pratico che erano il popolo di Dio. Quindi, questa dichiarazione, cioè, “vi prenderò come il mio popolo” e “sarò il vostro Dio e conoscerete che il sono il SIGNORE, il vostro Dio” ci parla di come il SIGNORE stava per rendere visibile che gli Ebrei erano il suo popolo. Questo rapporto sarebbe stato manifestato visibilmente a loro, e sarebbe stato visibile al mondo intorno a loro.

Similmente oggi, Dio salva coloro che ha scelto prima della creazione del mondo. Tramite la croce di Cristo, e il sigillo dello Spirito Santo, vengono presi come popolo di Dio. Non è del tutto manifestato al mondo chi sono i figli di Dio. Questo sarà manifestato al ritorno di Cristo Gesù, come leggiamo in 1 Giovanni 3

“1 Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. 2 Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è.” (1 Giovanni 3:1-2 NRV)

Nonostante non sia visibile al mondo chi è un figlio di Dio, Dio dà ai suoi figli delle conferme, come leggiamo in Romani 8:15,16

“15 E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!» 16 Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio.” (Romani 8:15-16 NRV)

Tanti altri brani ci insegnano che per avere la conferma e la pace che siamo figli di Dio, dobbiamo confessare i nostri peccati e camminare in ubbidienza a Dio. Cioè, non possiamo avere la pace di essere veramente salvati se non stiamo camminando in ubbidienza. Però, quando camminiamo per fede, e quindi in ubbidienza, abbiamo la conferma dallo Spirito Santo che siamo veramente figli di Dio.

Tornando agli Ebrei, Dio stava per agire in modo che sarebbe stato ben evidente che Egli era il loro Dio, e che loro erano il suo popolo. Prima, sapevano di essere il popolo di Dio per tradizione, perché erano state tramandate loro le promesse che Dio aveva fatto ad Abraamo. Ora, stavano per vedere con i loro occhi le grandi opere di Dio a loro favore.

Poi, il SIGNORE disse a Mosè di dire agli Ebrei:

8 Vi farò entrare nel paese che giurai di dare ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe. Io ve lo darò in possesso; io sono il SIGNORE"».” (Esodo 6:5-8 NRV)

Non solo Dio stava per liberarli dalla schiavitù degli Egiziani, stava anche per farli entrare nella terra promessa, la terra che aveva giurato di dare ad Abraamo. Dio non fa mai un lavoro a metà. Non libera dalla schiavitù per poi abbandonare nel deserto. Quello che Dio inizia, lo porta a compimento. La salvezza è sempre una salvezza totale, è sia salvezza dal peccato, sia portare la persona fino al cielo, ovvero, fino all’eternità nella Sua presenza. La terra promessa per i Giudei rappresenta il cielo per chi viene salvato oggi. Loro ereditavano la terra promessa. Oggi, chi riceve la salvezza diventa co-erede con Cristo Gesù, e quindi, erede delle meravigliose benedizioni che dureranno per tutta l’eternità.

Allora, riassumiamo quello che Dio dichiarò a Mosè, ordinandogli di comunicare queste verità agli Ebrei. Parlò della sua identità come il SIGNORE, l’Eterno Dio, e poi, annunciò che stava per operare in base al patto che aveva stabilito con gli Ebrei. Ricordò a Mosè che stava per operare personalmente per liberare gli Ebrei, per mostrare che essi erano il suo popolo, per salvarli dall’Egitto, e per portarli nella terra promessa.

Tutto questo serviva per fortificare la fede di Mosè.

Infatti, fermiamoci qui e pensiamo. Che cosa ci serve per vivere la vita cristiana vittoriosamente? Come possiamo superare le prove? Come possiamo avere gioia in mezzo alle difficoltà? Come possiamo evitare le tentazioni che ci circondano ogni giorno? Ciò che ci serve in tutte queste situazioni è la fede in Dio. Dobbiamo avere una fede sempre più forte per poter crescere. E da dove viene una fede sempre più forte? Per avere sempre più fede, dobbiamo conoscere Dio sempre di più, e quindi dobbiamo conoscere e meditare molto sulle verità di Dio. In questo brano, Dio, sapendo che la fede di Mosè vacillava, stava ricordandogli delle verità riguardo la persona e l’opera di Dio. Queste verità non erano nuove per Mosè. Però Mosè aveva un grande bisogno di essere ricordato di quelle verità.

Anche noi abbiamo bisogno di essere ricordati delle verità di Dio, e dell’opera di Dio. Dobbiamo meditare su queste verità. Solamente così la nostra fede può aumentare abbastanza per permetterci di stare saldi in mezzo alle prove. Mosè si trovava in mezzo a una grande prova, e perciò gli serviva una grande fede. E Dio, nella sua bontà, diede a Mosè ciò che gli serviva per fortificare la sua fede.

Mosè parla con gli Ebrei

In ubbidienza a Dio, Mosè andò dai figli d’Israele per annunciare queste verità anche a loro. Leggiamo di questo nel versetto 9:

“Mosè parlò così ai figli d’Israele; ma essi non diedero ascolto a Mosè a causa dell’angoscia del loro spirito e della loro dura schiavitù.” (Esodo 6:9 NRV)

Gli Ebrei non diedero ascolto a Mosè, perché erano troppo angosciati a causa della loro situazione. Proprio nel momento in cui avevano bisogno di ascoltare quello che Dio aveva detto loro, non ascoltarono! O cari amici, non cadiamo in quest’errore. Quando siamo schiacciati dai problemi, quando il nostro cuore è spezzato, quando ci sentiamo deboli, quando sembra che non abbiamo la forza per ascoltare il Signore, allora proprio in quelle situazioni dobbiamo con tutta la nostra forza ascoltare il Signore. Quando la nostra carne è debole, non ubbidiamo alla carne, ma seguiamo lo spirito. O cari amici, è essenziale ascoltare Dio, anche quando non ci sentiamo di ascoltarlo.

Tristemente, in quest’occasione, gli Ebrei non ascoltarono Mosè.

Dio comanda a Mosè di tornare dal faraone

Leggiamo ora i vv. 10-13.

“10 Il SIGNORE parlò a Mosè, e disse: 11 «Va’, parla al faraone re d’Egitto, perché egli lasci uscire i figli d’Israele dal suo paese». 12 Ma Mosè parlò in presenza del SIGNORE, dicendo: «Ecco, i figli d’Israele non mi hanno dato ascolto; come vorrà darmi ascolto il faraone, dato che io non so parlare?» 13 Il SIGNORE parlò a Mosè e ad Aaronne e comandò loro di andare dai figli d’Israele e dal faraone, re d’Egitto, per far uscire i figli d’Israele dal paese d’Egitto.” (Esodo 6:10-13 NRV)

Ricordiamo la situazione vista finora. Gli Ebrei avevano accusato Mosè di essere la causa dei loro problemi. Il faraone l’aveva rifiutato totalmente, e peggio ancora, a causa della parola di Mosè aveva reso molto più difficile la situazione degli Ebrei. Come Dio gli aveva comandato, Mosè era tornato dagli Ebrei, ma non lo avevano ascoltato. Ora Dio gli aveva comandato di tornare dal faraone. A Mosè sembrò un ordine assurdo. Se gli Ebrei non lo avevano ascoltato, perché lo avrebbe ascoltato il faraone? E poi, di nuovo, Mosè obiettò dicendo che non sapeva parlare bene. A lui sembrava che il comandamento del Signore fosse assurdo.

Amici, pensiamoci. Vi è mai successo che un comandamento del Signore vi è sembrato assurdo? È mai successo che un comandamento vi sembrava inutile? Chiaramente, questo è successo a ciascuno di noi, e quasi sicuramente, succederà anche tante volte ancora. Allora, che cosa dobbiamo fare quando ciò accade?

La risposta sta in quello che il Signore dichiarò a Mosè nel v.13, dopo che Mosè aveva dichiarato che era inutile ubbidire al Signore. Leggiamo il v.13

“Il SIGNORE parlò a Mosè e ad Aaronne e comandò loro di andare dai figli d’Israele e dal faraone, re d’Egitto, per far uscire i figli d’Israele dal paese d’Egitto.” (Esodo 6:13 NRV)

In questo caso, il Signore non cercò di convincere Mosè. Non cercò di aiutarlo a capire perché ubbidire al comandamento avrebbe portato i risultati dichiarati. Il Signore semplicemente comandò Mosè ed Aaronne di ubbidire.

Amici, questo è un punto molto, molto importante. È bello quando possiamo comprendere il perché dei comandamenti di Dio. Però, non è necessario. Se a nostro parere un comandamento di Dio sembra inutile, sembra ingiusto, o sembra troppo difficile, che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo ubbidire. Basta! Non spetta a noi esigere da Dio una spiegazione prima di ubbidire ai suoi comandamenti. Dio è Dio, e noi siamo le sue creature. Egli è il nostro sovrano Signore! Delle volte, Dio è disposto ad aiutarci a capire il perché di qualche comandamento. Però, ci sono delle volte in cui non comprendiamo il perché, oppure in cui un comandamento sembra inutile. In questi casi, ciò che dobbiamo fare è ubbidire.

Infatti, Mosè ubbidì a Dio, anche in questo caso in cui a lui sembrava inutile. Ed è per la sua ubbidienza, che viene dalla fede, che Mosè era usato grandemente da Dio. O che possiamo imparare dal suo esempio!

vv-14-30.

Ora, voglio dire qualche parola sul resto di questo capitolo. Nei versetti che rimangono, Mosè dà una semplice genealogia che dimostra che lui ed Aaronne erano discendenti di Levi, uno dei dodici figli di Giacobbe. Essendo stati chiamati da Dio per guidare Israele, e dovendo Aaronne e i suoi figli diventare i sommi sacerdoti e sacerdoti d’Israele, era importante dimostrare che erano discendenti diretti di Giacobbe. È interessante notare in questo brano che Mosè dà più attenzione della genealogia di Aaronne che alla sua. Mosè era un uomo molto umile, e non cercava mai di mettere l’attenzione su se stesso.

Conclusione

Allora, concludiamo qui questo capitolo di Esodo. Vorrei ricordare le verità principali che abbiamo visto in questo capitolo, perché il Signore ce le ha fatte conoscere per aiutarci a crescere.

All’inizio di questo capitolo, troviamo Mosè molto scoraggiato, a causa del modo in cui erano andate le cose nel capitolo precedente. Secondo un metro umano, le cose erano andate in modo disastroso. Perciò Dio gli parla, per ricordargli delle verità, affinché la fede di Mosè sia fortificata. E che cosa gli ha detto il Signore per fortificare la sua fede? Il Signore gli ha parlato di due cose:

1) il Signore gli ha parlato della persona di Dio.

2) il Signore gli ha parlato di quello che stava per fare.

O cari amici, anche a noi succedono delle cose difficili, anche noi ci troviamo a volte in situazioni difficili e perfino disastrose. Quindi, anche a noi servono le stesse verità che servivano a Mosè. Anche a noi serve pensare al Signore, alla sua persona, al suo carattere, ai suoi attributi. Dobbiamo pensare alla sua potenza, dobbiamo pensare alla sua saggezza, abbiamo bisogno di meditare sulla sua misericordia e il suo amore per noi, abbiamo bisogno di ricordare che tutte le sue vie sono perfette, anche se spesso sono vie che non possiamo comprendere. Quindi, abbiamo bisogno di pensare a Dio e ai suoi tanti attributi meravigliosi.

Inoltre, ci serve anche pensare alle opere di Dio. Mosè non aveva un grande elenco di opere passate di Dio a cui pensare, come le abbiamo noi nelle Scritture. Perciò, Dio annunciò a Mosè quello che stava per fare. Invece noi abbiamo la Bibbia che è piena di esempi della potente mano di Dio all’opera. Non solo, ma nel Nuovo Testamento, le opere di Dio sono quasi tutte opere che riguardano noi! Quello che Gesù ha fatto sulla croce, lo ha fatto per noi che siamo figli di Dio. Quando Gesù dichiara che Egli è il Buon Pastore, non è solo un fatto storico, è una realtà per ogni figlio di Dio. La Bibbia parla del fatto che Gesù è alla destra di Dio per intercedere per i figli di Dio. Questa non è sola una verità storica, è una verità attuale ed è importantissima per ogni vero figlio di Dio. La Bibbia è piena di tante altre verità che riguardano l’opera dello Spirito Santo, che riguardano la cura che Dio ha di noi, e che riguardano quello che Dio farà nel futuro per completare la salvezza dei figli di Dio e per giudicare coloro che rimangono nei loro peccati.

Quando ci è difficile ascoltare le verità di Dio, dobbiamo trattare duramente la nostra carne, ovvero, dobbiamo dire no alla carne, e dobbiamo sforzarci, per mezzo dello Spirito Santo in noi, di ascoltare quello che Dio ci dichiara.

E poi, in quelle situazioni in cui non ci va di ubbidire a Dio, cosa dobbiamo fare? Semplicemente, dobbiamo ubbidire a Dio, in ogni cosa, sempre, e totalmente! La ragione è che non ci sono altri modi per essere vicini a Dio. Fratelli, se vogliamo le benedizioni di Dio, e sappiamo di volerle, allora dobbiamo essere vicini a Dio, e l’unico modo di restare vicino a Dio è tramite l’ubbidienza, che è il frutto della fede. Allora, confidiamo in Dio in ogni situazione, anche quando la nostra carne cerca di ribellarsi.

Mentre leggiamo di questo avvenimento così conosciuto, leggendo di un Dio così potente, ricordiamo che questo Dio è il nostro Dio! Impariamo da questi esempi per poter anche noi essere uomini e donne di fede, come Mosè. Amen.